venerdì 28 luglio 2017

Ma leggere o ascoltare un lettore ci è davvero utile?


Partiamo da alcuni dati, semplici e chiari (anche tralasciando numeri e percentuali):
l’Italia è il paese dove - nessuna fascia d'età esclusa - si è riscontrata una diminuita capacità di comprensione dei testi letti, ovvero un crescente analfabetismo di ritorno, funzionale e strumentale.


da: Zonalocale.it
Il primo, quello funzionale è l'incapacità di passare dalla decifrazione e faticosa lettura alla comprensione di un testo anche semplice, analfabetismo strumentale invece è la totale incapacità di decifrare uno scritto.

Non ci riguarda? 

Secondo il risultato di un'indagine, PIACC, promossa attraverso un organismo internazionale, OCSE, ci riguarda, eccome:
"L'indagine ha lo scopo di conoscere attraverso un questionario e dei test cognitivi specifici le abilità fondamentali della popolazione adulta compresa tra i 16 e i 65 anni, ovvero quelle competenze ritenute indispensabili per partecipare attivamente alla vita sociale ed economica nel 21esimo secolo"
Gli italiani si sono piazzati serenamente al di sotto della media mondiale:
screenshot estratto dal Rapporto Nazionale PIACC 2014
Pazienza, il Paese non ha forse urgenze maggiori?

No. Perché se si hanno minime abilità di lettura, scrittura e calcolo, si è certamente in grado di affrontare le piccole incombenze quotidiane o di parlare tra amici di questioni politiche e sociali, ma per sentito dire.

Ci rammenta l'OCSE:
Un analfabeta è anche una persona che sa scrivere il suo nome e che magari aggiorna il suo status su Facebook, ma che non è capace “di comprendere, valutare, usare e farsi coinvolgere con testi scritti per intervenire attivamente nella società, per raggiungere i propri obiettivi e per sviluppare le proprie conoscenze e potenzialità”.
In altre parole, si può avere solo una comprensione minima di eventi importanti (guerre, crisi economiche, scelte politiche, spread, recessione, la portata delle riforme), si trova lavoro con più fatica, si vota di pancia. 
Non mi dilungo su quanto tutto questo a qualcuno giovi.

Sia chiaro, leggere e soprattutto intendere chiaramente ciò che si è letto è attività difficilissima (vale per un libro così come per un contratto assicurativo!) ma lo sforzo di farlo ci rende liberi di non sbagliare.

Tutto questo non significa necessariamente si legga meno, una buona percentuale di persone legge - ma è piuttosto l’incapacità di sfruttare ciò che si è letto: migliorare il proprio vocabolario, sapersi esprimere meglio, sviluppare  fantasia e immaginazione, scrivere correttamente. Risultato che denuncia scarsa familiarità con la lettura e con il libro e disaffezione nei confronti della lettura, del libro, della parola stessa.

Perché?

Ho iniziato a fare la lettrice per caso e ho proseguito scoprendo nei bambini – ma anche gli adulti amano essere ascoltatori! – grande interesse e partecipazione.

E’ stato il loro entusiasmo a farmi capire cosa non funzionasse.

A queste ultime generazioni di bambini e adolescenti non manca proprio nulla, ci continuiamo a ripetere: è assodato l'obbligo scolastico e talvolta la scuola è al passo con la  tecnologica (anche se sulle riforme susseguitesi negli ultimi anni ci sarebbe da dire...), a casa hanno accesso, in età sempre più precoce, a qualsiasi strumento tecnologico -  dai più noti ed evoluti giochi elettronici a cellulari e tablet -  inoltre possono scegliere tra molteplici attività extrascolastiche, e spesso raggiungono livelli alti nello sport già intorno ai 9/10 anni.

Ho due figli ancora abbastanza piccoli da sapere che le cose stanno proprio così e se non frulli – tu e i tuoi figli – in questo sistema, temi di crescere dei disadattati.

Finché ho avuto modo di scegliere a chi leggere, non ho avuto dubbi, diversamente, invitata a leggere i luoghi dove sapevo avrei incontrato bimbi già così pieni di cose, avevo qualche perplessità. Il compito sarebbe stato più arduo.

Eppure, tanto arduo è stato il compito tanto maggiore l’entusiasmo.

Perché dunque? Semplicemente perché non si ha più tempo, si è convinti leggere sia compito già esaurito a scuola, pertanto oltre a dedicarsi alle letture scolastiche, meglio non andare oltre. Da qui all'analfabetismo di cui sopra e alle sue conseguenza, è un passaggio immediato. 
Disaffezione e ignoranza, certamente, ma si potrebbe aggiungere quel continuo aumento di BES e DSA, ADHD.

Senza nulla togliere all'importanza di una diagnosi precoce in caso di problemi nell'apprendimento e nella disponibilità di strumenti compensativi, proviamo a fare un passo indietro.

Prendiamoci tempo e offriamo letture ad alta voce ai bambini, senza considerarla un’attività estemporanea, di svago, di divertimento ma un vero e proprio momento di apprendimento e crescita.

Ma soprattutto un'opportunità per crescerli liberi di non farsi fregare.


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